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mediazione e arbitrato nel pnrr

PNRR: la riforma per rafforzare l’uso di mediazione e arbitrato

Premessa

A seguito della pandemia da Sars Covid-2 e della conseguente crisi economica che ha colpito il nostro Paese, il Governo Draghi ha deciso di intervenire mediante la progettazione e successiva attuazione del PNRR (Piano Nazionale Recupero e Resilienza) consistente in un’opera di modernizzazione del nostro paese sotto vari profili, tra cui giudiziario ed economico.

Come illustrato nella Parte 2 del documento citato, l’Esecutivo attualmente in carica ha deciso di utilizzare parte dei fondi europei del Recovery Fund al fine di attuare una riforma del processo civile, al fine di velocizzare i tempi dei procedimenti pendenti, lungo tre filoni:

  1. Alternative Dispute Resolution;
  2. Interventi sul Processo Civile;
  3. Interventi sul Processo Esecutivo.

In questo articolo ci occuperemo di analizzare il primo filone.

La riforma normativa in concreto

Mediante questa riforma, l’Esecutivo mira a rafforzare l’utilizzo di strumenti di risoluzione stragiudiziale quali la mediazione, la negoziazione assistita e l’arbitrato al fine di perseguire due obbiettivi di fondamentale importanza.

  1. Il primo consiste nel ridurre il carico di lavoro per i Magistrati competenti in sede civile.
  2. Il secondo attiene al fatto che numerose famiglie, a causa della difficoltà economica inevitabilmente aggravata dalla crisi pandemica, non hanno possibilità di remunerare i propri difensori di fiducia.

Il vero elemento di novità attiene al fatto che ad un arbitro terzo ed imparziale viene ad esso riconosciuta la possibilità di adottare un provvedimento cautelare ai sensi dell’art. 700 del codice di procedura civile, ovverosia tutte le misure dirette a prevenire i danni irreparabili dalle lungaggini processuali.

Un secondo elemento di notevole rilevanza, anche considerando i due elementi sopra riportati, consiste nel perseguire un rapporto più vicino tra il privato cittadino e l’autorità giudiziaria, mediante l’introduzione di benefici economici e fiscali aventi il ruolo di incentivare i cittadini a provvedere alla tutela dei propri diritti ed interessi in sede stragiudiziale.

I benefici derivanti dalla riforma

Si può ritenere che vi siano diverse ragioni per pensare che questa possa rappresentare una svolta sul piano sostanziale in materia di riforma della giustizia: in primo luogo, da un punto di vista finanziario, per il fatto che i privati cittadini possano investire in spese legali stragiudiziali avendo certezza del fatto che possano rientrare nell’investimento, a cui segue un maggior potere d’acquisto che consenta di rilanciare l’economia nazionale e pertanto avvalorare le crescita di stime del PIL per il prossimo triennio.

In secondo luogo, si realizza una vera e propria novità giurisprudenziale: l’arbitro dirimente una questione stragiudiziale od una negoziazione assistita si vede riconosciuto l’esercizio di poteri spettanti a membri dell’autorità giudiziaria.

Un risvolto positivo consta nel creare una sorta di “binario parallelo” tra la magistratura e gli istituti di mediazione rafforzati nelle loro competenze, in quanto operano in tempi molto più rapidi rispetto a quelli di giustizia ordinaria e con probabilità nettamente ridotte che un interesse di un privato cittadino possa essere pregiudizialmente compromesso a causa della lunghezza processuale.

Ma purché l’arbitro arrivi ad attuare questo potere, in parallelo con l’accrescimento di funzioni ed in misura equivalente all’art. 111 della Costituzione disciplinante il diritto al contraddittorio ed il diritto ad essere giudicato da parte di un giudice terzo ed imparziale, viene introdotta all’interno del nostro ordinamento una clausola tipica dei sistemi di Common Law, la cosiddetta clausola di disclosure.

Questo costituisce un passaggio chiave nella disciplina dell’arbitrato in quanto obbliga il negoziatore deputato, prima di dirimere una controversia, a specificare i rapporti e relazioni con le parti che possano influenzare la questio juris da un punto di vista formale e sostanziale, compromettendo la propria imparzialità e pregiudicando l’esito della questione.

Conclusioni

La strategia attuata dal Governo, avallata dalla guardasigilli Cartabia, permette di definire alcuni pilastri della riforma giudiziaria:

  1. maggiore vicinanza tra cittadino ed autorità giudiziaria
  2. possibilità di concedere un incentivo economico pur di non adire le vie legali e quindi maggiore rapidità processuale
  3. obbligo in capo all’arbitro di indipendenza ed imparzialità nei riguardi delle parti.

In senso più ampio, si ha anche un’importante conseguenza sostanziale per il fatto che il cittadino rinforzi la propria fiducia nelle istituzioni giudiziarie ed allo stesso tempo trovi un compromesso tra il necessario ma non eccessivo investimento economico volto a difendere i propri interessi e la garanzia di avere una risoluzione alla questione in tempi molto più stretti rispetto a quanto solitamente accade nel processo ordinario.

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