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tecnologia quantistica: aspetti giuridici

Tecnologia Quantistica: un’analisi giuridica delle sue applicazioni

La tecnologia quantistica, afferendo al comportamento della natura nella sua scala dimensionale più piccola, è intrinsecamente dotata di caratteristiche fisiche uniche, così come unici sono i profili etici, legali e sociali (ELSA) correlati.

Una delle molteplici aree di applicazione della tecnologia quantistica è quella della c.d. computazione quantistica, conosciuta a livello globale come quantum computing”, una tecnologia emergente, la quale, attraverso l’uso di nuovi strumenti tecnologicamente avanzati, permette di rappresentare e gestire informazioni non utilizzando i tradizionali bit “0” o “1”, bensì sfruttando i quantum bit o qubit, elementi più complessi che manipolano proprietà peculiari derivanti dalla meccanica quantistica, note come postulati, quali la sovrapposizione di stati, l’entanglement e l’interferenza quantistica.

Da un punto di vista giuridico, la computazione quantistica può trovare tutela grazie ai diritti di proprietà intellettuale e proprietà industriale, come brevetti, diritti di topografia per chip a semiconduttori, segreti industriali, marchi e diritto d’autore.

Al fine di un’analisi attenta ed efficace, è possibile dividere gli elementi che compongono la computazione quantistica in tre gruppi, ciascuno dei quali è legato a un diverso diritto di proprietà intellettuale dal quale si ricava la tutela giuridica:

  • Hardware, protetto da chip rights, ovvero, diritti riguardanti il design delle componenti e brevetti legati all’utilità del prodotto;
  • Software, tutelato da diritti d’autore e licenze (ad esempio, Creative Commons);
  • Algoritmi, i quali non sono soggetti alla protezione del copyright ma rientranti nella categoria di pubblico dominio, quindi modificabili e utilizzabili da tutti.

I brevetti e diritti d’autore, prevedono termini di protezione diversi, in quanto, allo stesso tempo, fissano obiettivi distinti.

Mentre la tutela dell’Hardware dura 20 anni, poiché richiede una computazione quantistica molto più complessa, oltre ad essere una componente difficile da sviluppare per gli ingenti investimenti necessari, quella del Software, la cui protezione è garantita dai diritti d’autore e si estende per ben 70 anni successivi alla morte dell’autore.

A fronte di tale aspetto, la conseguenza è la plausibile nascita di conflitti geopolitici e riforme in tema di controllo dell’export, aventi ad oggetto i circuiti integrati, o, “chip”.

Ciò è quanto si è verificato negli ultimi anni nella guerra tra Usa e Cina, dove il Presidente americano Donald Trump ha a lungo accusato, davanti alla World Trade Organization, il governo cinese di attuare pratiche commerciali sleali, di violare i diritti di proprietà intellettuale americani, così infrangendo le regole fissate dalla WTO e dell’Accordo TRIPs (Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights).

Andando ad approfondire gli scopi della proprietà intellettuale, i brevetti sono finalizzati ad incentivare gli inventori a rivelare, produrre e vendere sul mercato le loro invenzioni, con la prospettiva di avere un ritorno degli investimenti (ROI).

Inoltre, si intende incoraggiare un’aperta manifestazione di idee innovative che possono aiutare ad ottimizzare il settore della Ricerca & Sviluppo, garantendo un diritto esclusivo all’inventore, il quale potrà, costantemente, migliorare il prodotto brevettato.

D’altro canto, invece, i diritti d’autore, mirano maggiormente a favorire la creatività, l’originalità, sostenendo la diversità culturale, il progresso tecnologico e la libertà di espressione.

Secondo l’Accordo TRIPs (Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights), gli aspetti creativi inerenti al codice sorgente del Software e del Firmware possono essere protetti da diritto d’autore, come se fossero opere letterarie.

In merito allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, un’altra importante area di applicazione della tecnologia quantistica, dalla richiesta dell’utilizzo dei dati, possono nascere problemi giuridici legati alla privacy richiedendo uno sforzo di conformità con il regolamento GDPR, oltre a questioni connesse all’incertezza sulla proprietà dei dati.

A causa della complessità e astrattezza delle norme già esistenti, oltre al fatto di non essere state scritte, specificatamente, per disciplinare il ramo dell’Intelligenza Artificiale, si presenta un problema circa la mancanza di fiducia rispetto alle regole attuali.

È importante, dunque, che gli ordinamenti giuridici si evolvano a favore del trattamento dei dati per scopi di calcolo quantistico che rispettino non solo la privacy dei cittadini ma tutti i diritti fondamentali.

Inoltre, gli output che vengono creati o inventati autonomamente dai sistemi di IA, senza il necessario intervento umano, dovrebbero rientrare nel dominio pubblico, e dunque, liberamente utilizzabile e modificabili da tutti.

In aggiunta, i diritti di proprietà intellettuale possono essere vantati soltanto da soggetti di diritto, quali persone, università o società.

I Sistemi Autonomi di Rete sono carenti di personalità giuridica, necessaria per essere titolare di diritti, doveri ed obblighi. Si avvalora pertanto la tesi che le creazioni e invenzioni quantistiche legate all’Intelligenza Artificiale dovrebbero essere considerate Res Publicae ex Machina, rientrando nel dominio pubblico.

L’introduzione di questo concetto giuridico di proprietà pubblica porterebbe al raggiungimento di un Ottimo Paretiano, in quanto molte parti possono usufruirne mentre nessuno ne soffrirà.

Se si adotta questo modello, o categorizzazione giuridica, non sarebbe necessaria alcuna richiesta di autorizzazione per l’uso ex ante o remunerazione ex post. Nessuna licenza e nessuna infrazione. Ed infatti, le opere create grazie ai risultati ottenuti dall’IA sarebbero permesse senza bisogno di approvazione o di equo compenso.

Oltre ai diritti d’autore e ai brevetti ciascuna componente può essere protetta da marchi, segreti industriali, trade-dress, dove quest’ultimo indica l’insieme delle caratteristiche che compongono la confezione o il prodotto stesso (colore, forma, dimensione, etichetta, grafica).

Tali tutele, potenzialmente, possiedono una durata limitata della copertura posta dai diritti di proprietà intellettuale analizzati sopra. Una legge sulla cybersecurity e le considerazioni sulla sicurezza nazionale potrebbero, al di là dell’ambito del toolkit IP, giocare un ruolo nel mantenere le scoperte tecnologiche un segreto di Stato.

Questo, però, sarebbe un problema. Come nel caso dei sistemi di IA, l’incertezza legale sulla brevettabilità dei sistemi di computazione quantistica, insieme ad un’eventuale durata illimitata dei diritti di segreto commerciale, potrebbero agevolare alla sempre più frequente adozione di segreti commerciali, al fine di proteggere i beni e mercificare le applicazioni del calcolo quantistico.

Questa tendenza comporterebbe un disincentivo alla rivelazione delle idee, ostacolando la diffusione delle informazioni, il trasferimento di tecnologia al mercato e l’innovazione.

Tale lacuna della proprietà intellettuale può essere colmata stipulando contratti che proibiscono il cosiddetto reverse engineering indesiderato.

Inoltre, un altro problema può nascere da un’eccessiva sovrapposizione e iper-protezione concessa dall’apposizione dei diritti di proprietà intellettuale. Usare strategicamente una miscela di diritti IP, con lo scopo di massimizzare e proteggere il valore del portfolio dei diritti concessi al proprietario della computazione quantistica, può portare ad una concessione illimitata dei diritti di sfruttamento esclusivo globale per i primi arrivati.

L’ iper-protezione, così come la burocrazia, possono gravare sullo sviluppo e sull’innovazione industriale.

Da un punto di vista economico, qualora vi stabilisse una IP overprotection, la conseguenza di concretizzerebbe nella difficoltà per nuove imprese di entrare all’interno di quel mercato a causa delle barriere poste all’entrata, oltre al fatto di compromettere la leale concorrenza tra società, la libertà d’espressione e la limitazione nella creazione di posti di lavoro.

La regolamentazione rientra in uno di quegli elementi che compongono il turbolent environment, ossia l’ambiente esterno alle imprese che possono condizionare, ed appesantire, l’operatività delle stesse.

In merito alle altre aree di applicazione della tecnologia quantistica, quale, ad esempio, il campo del rilevamento quantistico (quantum sensing), i simulatori quantistici (quantum simulator) e la rete quantistica (quantum internet), sono, allo stesso modo, ammissibili per essere tutelati dagli stessi diritti della proprietà intellettuale fino ad ora descritti.

Tuttavia, da una prospettiva che va oltre la legge sull’innovazione in materia di proprietà intellettuale, anche per quanto concerne la futura funzionalità della rete internet quantistica, questa dovrebbe appartenere alla categoria del dominio pubblico oltre a far valere e mantenere la neutralità della rete.

In particolare, la questione della net neutrality è ad oggi molto dibattuta, soprattutto negli Stati Uniti.

Infatti, il settore industriale delle comunicazioni americane è stato soggetto a diverse riforme che ne hanno ridisegnato il panorama. Ù

Brevemente, focalizzandosi sulla prospettiva statunitense, nel 2018 le norme sul trattamento non discriminatorio del traffico della rete entrate in vigore e volute tre anni prima, durante la Presidenza di Barack Obama, sono state abolite dalla FCC (Federal Communications Commission) durante il mandato del Presidente Donald Trump, revocando la facoltà di possedere una rete neutrale, decisione che ha subito molte critiche dall’opinione pubblica, ma, soprattutto, dalle Big Tech come Google e Facebook.

Il principio che sancisce la neutralità della rete permette, dunque, che tutti possano usufruire di Internet come un global common, un bene collettivo senza che i cosiddetti ISP (Internet Service Provider), fornitori di servizi Internet e telefonici, possano controllare o impedire l’accesso agli utenti.

Tuttavia, in generale, il problema giuridico che si sta affrontando è che il sistema della disciplina in materia di proprietà intellettuale non è stata scritta pensando alla tecnologia quantistica.

La protezione fornita dagli Intellectual Property rights deve essere concepita come un’eccezione, limitata nel tempo e nello scopo, alla regola che i beni utili all’informazione possono essere usufruiti da tutti per il bene comune, senza, dunque, essere sottoposti a restrizioni a favore dei first mover.

Da una prospettiva focalizzata su una politica di innovazione sostenibile, i detentori di diritti di proprietà intellettuale non dovrebbero essere legalmente autorizzati a vantare tutti i benefici sociali delle loro creazioni e invenzioni, in quanto si andrebbero a limitare o eliminare esternalità positive a vantaggio di tutti, che non sarebbe necessario farlo qualora si riuscisse a definire un mercato ben strutturato, chiaro e a favore della tecnologia quantistica.

Pertanto, una soluzione su misura per il ritmo esponenziale dell’innovazione nell’era quantistica è quella di introdurre durate di protezione IP più brevi, compresa da un minimo di 3 ad un massimo di 10 anni per le creazioni e le invenzioni relative alla quantistica e AI.

Questi termini più brevi potrebbero essere resi applicabili sia al lato software che a quello hardware delle cose. La chiarezza sulla durata limitata proposta dei diritti esclusivi – in combinazione con le licenze obbligatorie o le licenze statutarie a prezzo fisso – incoraggia la certezza del diritto, la diffusione della conoscenza e il seguito dell’innovazione nel settore quantistico.

In quest’ottica, il legislatore dovrebbe costruire un sistema che mescoli libertà e controllo.

Inoltre, come incentivo all’innovazione, i diritti di proprietà intellettuale non sono l’unica soluzione, e, non possono essere automaticamente considerati come la risposta migliore da adottare.

I legislatori nazionali, infatti, potrebbero adottare una strategia funzionale agevolando, mescolando, abbinando e stratificando la disciplina della proprietà intellettuale con altre materie utili al raggiungimento dell’obiettivo, quali il diritto antitrust, la protezione della privacy dei consumatori, i finanziamenti pubblico-privati, adattati a ciascun settore industriale. Questo permetterebbe, peraltro, di fissare le condizioni di un commercio equo e porre rimedi ad eventuali esternalità negative.

tecnologia quantistica: aspetti giuridici

Questo discorso vale, ovviamente, anche per la materia della tecnologia quantistica, dove sarebbe accurato sviluppare un framework giuridico adatto a questa disciplina, un panorama normativo che acquisisca competenze interdisciplinare volto a bilanciare gli interessi degli stakeholders con quelli sociali.

È di fondamentale importanza partire da un sistema normativo agile e adattabile capace di assicurare la certezza del diritto, oltre che tutelare e rispettare i diritti e le libertà fondamentali degli individui.

Questo è ciò che la Commissione europea sta cercando di mettere in atto, redigendo un regolamento in materia di Intelligenza Artificiale oltre a definire un quadro legislativo per la governance dei dati.

Tuttavia, sarebbe maggiormente utile l’adozione da parte dei paesi di un insieme unico di regole fondamentali per la tecnologia quantistica, un sistema capace di applicarsi e adattarsi a tutti i sistemi industriali. Questi ultimi, ovviamente, possono avere caratteristiche diverse tra di loro, richiedendo un approccio legislativo verticale e differenziato, specifico per l’industria che si intende disciplinare, tenendo in considerazione due fattori: innovazione e rischio.

Ciò comporta che, particolari settori ad alto rischio come la salute, l’alimentazione, l’energia, la sicurezza, la finanza e la difesa, debbano essere regolamentate da regole più severe rispetto ad altre aree, quali intrattenimento o arte.

Tuttavia, è bene sottolineare ancora, che le norme non devono ostacolare la rapida crescita innovativa sostenibile di alcun ambito, bensì devono incentivare l’esplorazione di nuovi orizzonti di crescita in aree scientifiche, tecnologiche, culturali e sociali.

Un altro fattore importante che dovrebbe portare gli Stati e i legislatori a delineare una disciplina univoca in materia di quantum technology è l’impatto che questa può avere sulla società, causando:

  • Aumento dell’ineguaglianza nella fase di introduzione;
  • Instabilità del sistema finanziario;
  • Mancanza di protezione dei dati personali, certezza giuridica e fiducia;
  • Diffusione di eventuali fake news e disinformazione che potrebbero impattare sul processo democratico;
  • Sorveglianza e controllo statale;
  • Alterazioni delle relazioni geopolitiche.

Urge, pertanto, la necessità di sviluppare una normativa comune, a livello internazionale, in merito alla materia.

Alla base della politica d’innovazione vi è la standardizzazione che ha come obiettivi chiave assicurare la qualità, la sicurezza e la sostenibilità del prodotto. Le norme intendono promuovere la competitività delle imprese grandi e piccole, proteggere i consumatori, rimuovere gli ostacoli tecnici al commercio e migliorare l’accesso al mercato e il commercio internazionale.

Come tale, la standardizzazione ha un impatto significativo sulla società, che va dalla sicurezza e il benessere dei lavoratori e dei cittadini, alla protezione dell’ambiente, lo sviluppo dell’economia circolare e il raggiungimento di una generale prosperità sociale.

Gli standard sono volontari, mentre la certificazione è spesso obbligatoria.

Importanti iniziative che si sforzano di portare la tecnologia quantistica e la standardizzazione insieme, sono il CEN-CENELEC Focus Group sulle tecnologie quantistiche, un’iniziativa sostenuta dalla bandiera quantistica dell’Unione Europea, e i 5 centri di ricerca statunitensi sulla scienza dell’informazione quantistica.

In particolare, il primo, attraverso le disposizioni CEN-CENELEC Guida 8 denominate “Standardization and intellectual property rights” , è volto ad assicurare la cooperazione delle parti interessate, a identificare le esigenze di standardizzazione nel campo delle tecnologie quantistiche e suggerire ulteriori azioni per garantire che gli standard supportino la diffusione della tecnologia quantistica nell’industria.

Tuttavia, La tecnologia responsabile e l’innovazione sostenibile richiedono relazioni sinergiche tra standardizzazione, certificazione, legislazione e istituzioni pubbliche.

Gli standard possono essere usati come una leva politica, al di fuori del mercato. Prendiamo ad esempio l’Europa, leader nel campo della tecnologia quantistica.

La Commissione Europea dovrebbe orientarsi verso standard “obbligatori” per l’interoperabilità e l’interconnettività di internet quantistico.

Inoltre, anche le aziende, che forniscono componenti per i computer quantistici e il rilevamento quantistico, beneficerebbero degli standard di interoperabilità.

La certificazione è tutta una questione di conformità e di garanzie. Infatti, i prodotti e i servizi quantistici, realizzati all’interno dell’UE o altrove nel mondo, dovrebbero aderire ai parametri di sicurezza dell’UE, comprendendo gli elevati standard tecnici, legali ed etici che riflettono i valori fondamentali della tecnologia quantistica trustworthy, prima di qualificarsi per un marchio CE e poter entrare nei mercati europei.

Ad ogni modo, anche in tal caso, sia l’insufficiente che l’eccessiva standardizzazione e certificazione possono avere effetti negativi sull’innovazione, la concorrenza e il benessere dei consumatori.

Il punto di equilibrio dovrebbe essere trovato per ciascuna tecnologia emergente e operativa.

Le richieste che tutte le implementazioni della tecnologia quantistica siano preventivamente sottoposte a un benchmark di legge, prima di poter ottenere un marchio CE e/o altre forme di certificazione, devono essere valutate alla luce degli incentivi all’innovazione e della concorrenza globale.

Inoltre, gli aspetti competitivi e innovativi degli standard aperti per le tecnologie quantistiche dovrebbero essere, ancora oggi, studiati a fondo. Infine, è fondamentale che nel processo di elaborazione degli standard, vengano coinvolte le piccole e medie imprese, in quanto, uno dei principali ostacoli all’elaborazione di un efficace e fiorente ecosistema tecnologico-quantistico è dovuto al fatto che, spesso, le PMI non hanno la consapevolezza e le risorse necessarie da investire per l’attuazione degli standard con la conseguenza che saranno sottoposti a svantaggi competitivi, uno tra tutti un minore accesso ai mercati esteri.

Il mondo informatico incoraggia un effetto “chi vince prende tutto”, per questo, è vitale che le piccole e medie imprese abbiano accesso e siano conformi ai più recenti standard formulati a livello internazionale.

Come per altre tecnologie emergenti, gli aspetti etici, legali e sociali giocano un ruolo basilare nell’adozione del quantum technology.

I valori sociali devono essere in sintonia con l’immenso potere innovativo della tecnologia quantistica.

Un tale approccio mira ad anticipare proattivamente le questioni collettive e le possibili controversie, incoraggia le parti interessate e il pubblico in generale a partecipare attivamente alla co-progettazione di programmi di ricerca interdisciplinari, e ha come goal quello di superare i confini tra le comunità di ricerca.

In Europa, il termine correlato Responsible research and innovation è usato per esprimere un focus sull‘impatto sociale della ricerca scientifica, tra cui, la tecnologia quantistica. Questi principi sono fondamentali per tenere sotto controllo le più grandi imprese operative nel settore tecnologico, le quali, attualmente, sono quelle che detengono il valore di mercato più alto e possono influenzare la vita quotidiana dei cittadini.

La Commissione europea sta lavorando ad un quadro europeo per integrare tale concetto, fornendone una definizione:

“Responsible research and innovation is an approach that anticipates and assesses potential implications and societal expectations with regard to research and innovation, with the aim to foster the design of inclusive and sustainable research and innovation”.

Importanti, inoltre, sono le sei practice areas alle quali il termine si riferisce, ossia, engagement, gender equality, science education, open access, ethics, governance, che ricadono nella responsabilità delle industrie, degli organi di governo e delle aziende.

Per un’efficacia normativa sarebbe utile che tutte le parti interessate dagli stakeholders, agli imprenditori al pubblico in generale siano adeguatamente istruiti e informati.

La seconda rivoluzione quantistica è in corso

Sebbene atomi, neutroni e molecole siano neutri, la tecnologia non lo è.

Pertanto, l’uomo dovrebbe plasmare la tecnologia quantistica per il bene comune, incorporando le norme, standard, principi e valori nell’architettura dei nostri sistemi quantistici, per quanto sia possibile.

Questo può essere realizzato lavorando e costruendo pragmaticamente e responsabilmente le future regole fondamentali della tecnologia quantistica, che includono i 7 requisiti chiave anche in ambito etico, legale e tecnico stabiliti per l’ intelligenza artificiale.

Le norme, gli standard, i principi e i valori della nostra società devono essere incorporati nel nostro sistema quantistico intelligente per mezzo di una sostenibile e trustworthy Quantum Technology by Design, analoga all’Intelligenza artificiale.

I crossover tecnologici possono contribuire a rendere la costruzione e la configurazione del sistema quantistico coerente con i requisiti chiave futuri. Inoltre, la tecnologia quantistica Trustowrthy può migliorare l’IA che è legale, etica e tecnicamente robusta, e viceversa, creando effetti sinergici socialmente responsabili. Infine, aggiungendo al mix il calcolo analogico, i memristors e i chip a nanomagneti, si possono risolvere le sfide dell’energia e della sostenibilità.

In conclusione, come anticipato nel corso del presente articolo, l’attuale quadro di proprietà intellettuale non è elaborato pensando alla tecnologia quantistica.

Anticipando spettacolari progressi tecnologici nel calcolo quantistico, nel rilevamento quantistico e nell’internet quantistico, i tempi sono ora maturi per i governi, gli istituti di ricerca e i mercati per preparare strategie di regolamentazione e di proprietà intellettuale che trovino il giusto equilibrio tra la salvaguardia della democrazia, dei diritti e libertà fondamentali, perseguendo una politica proiettata al raggiungimento di rapidi cambiamenti tecnologici e flussi informativi, sempre incoraggiando una corretta competizione sul mercato e incentivando l’innovazione sostenibile.

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