Nuovo codice doganale dell’Unione: nel segno della dogana unica
Piccola-grande rivoluzione in arrivo per il diritto doganale e del commercio internazionale: la Commissione Europea ha infatti pubblicato una proposta di nuovo Codice Doganale dell’Unione, contenente una riforma profonda della materia.
Il nucleo fondamentale di questa riforma consiste nel rafforzamento dell’idea di dogana unica.
Le novità più importanti nella modifica del Codice Doganale
Il nuovo codice, composto da 15 titoli, in realtà tiene sostanzialmente immutate le disposizioni relative agli istituti più tradizionali, modificando invece in modo incisivo la struttura stessa del codice attuale, in modo da rendere la norma più in linea con le dinamiche doganali e commerciali attuali.
Le novità più significative riguardano infatti aspetti di natura procedurale: viene ampliata l’applicazione delle semplificazioni doganali, introducendo un sistema di “Trust and Check” per “premiare” gli operatori più virtuosi in termini di compliance, rafforzando quindi il già esistente sistema Aeo (Operatori Economici Autorizzati).
Il vantaggio principale di questo sistema consiste nel velocizzare i controlli, a vantaggio di tutte le parti coinvolte, attraverso un approccio system-based: non è più necessario, tramite il “Trust and Check”, presentare le dichiarazioni in dogana e attendere che le merci siano svincolate, bensì i controlli vengono fatti a monte, consentendo alle autorità (vedi più sotto) di accedere ai registri contabili e monitorare i movimenti.
Molto significativa e intrinsecamente connessa al sistema “Trust and Check” è anche la volontà di unificare i sistemi informatici, creando il “EU Customs Data HUB”: ad oggi, praticamente tutti i 27 stati dell’Unione adottando un sistema informatico proprio, con conseguenti, ovvi, problemi di coordinamento.
Il sistema unico consentirebbe innanzitutto un’applicazione più efficace del “Trust and Check”, e inoltre permetterebbe di dialogare anche con altri sistemi dell’Unione come quello di gestione dei rifiuti.
Un passaggio decisamente importante quindi nel segno dell’idea di dogana unica e ancora di più di mercato unico, non solo in termini di commercio, ma a 360° rispetto ai vari aspetti del funzionamento della UE.
La nascita dell’autorità doganale
Altro step importante è la creazione di una autorità doganale (“EU Customs Authority”), che supervisionerà e indirizzerà l’applicazione della norma e la gestione dell’Hub appena citato.
Infine, un altro importante aspetto su cui interviene la riforma riguarda l’e-commerce transfrontaliero per le spedizioni di modico valore, identificate al momento al di sotto della soglia di 150 € e di vastissima applicazione per le transazioni B2C.
Com’è facilmente intuibile, questa soglia ha causato enormi perdite per l’Unione (circa 750 mln di euro all’anno), pertanto il nuovo codice interviene stabilendo in ogni caso il pagamento di dazi identificati per aliquote standard modulate su 4 scaglioni e con procedure semplificate.
Sul punto, la norma individua poi la figura del “deemed importer”, chiamato ad assumersi tutti gli oneri che dovrebbero ricadere sul destinatario della spedizione, e che sostanzialmente si applicherà a tutte le piattaforme marketplace online, le quali dovranno escutere l’iva sulle transazioni includendola nel prezzo del bene venduto, oltre a qualsiasi altro dazio.
Questa novità, ma soprattutto il fatto di dover rispondere di qualsiasi violazione, sarà probabilmente accolta con disappunto dalle piattaforme, ma, come detto, l’Unione ha già perso troppi soldi per via del sistema attuale e una riforma era pertanto necessaria.
Come anticipato, si tratta di una riforma da cui traspare abbastanza chiaramente la volontà di rafforzare l’idea di “dogana unica”; non solo, non sfugge infatti all’osservatore che questo nuovo codice affida al sistema doganale un compito ulteriore rispetto alla “semplice” applicazione e riscossione dei dazi, ossia di protezione delle persone e della tutela dell’ambiente dell’Unione.
L’utilizzo dell’IA
Non manca inoltre una strizzata d’occhio alle nuove tecnologie: L’Hub dovrà infatti utilizzare, per quanto possibile, i programmi di IA per analizzare i dati relativi ai movimenti delle merci, per ottimizzare flussi e soprattutto prevenire potenziali rischi di qualsiasi natura (soprattutto sanitaria e/o ambientale).
Naturalmente, una riforma così vasta e dirompente soprattutto sul piano operativo necessita di tempo per essere implementata, e infatti per ciascuna di queste novità è stato previsto un inserimento graduale e diluito nel tempo per consentire a tutti i 27 stati, nonché agli operatori coinvolti, di adeguarsi al nuovo sistema.
L’orizzonte temporale è in ogni caso molto distante, visto che l’hub diverrà ufficialmente il nuovo sistema solo nel 2038 (ma sarà già adottabile su base volontaria da parte dei singoli stati già nel 2023); le regole per “Trust and Check” e e-commerce dovrebbero invece partire per l’anno 2028.
Prima, chiaramente, bisogna aspettare di vedere l’approvazione finale della proposta, prevista per l’autunno di quest’anno, dopo che verranno recepiti i feedback degli stakeholders coinvolti (entro il 27 luglio); i punti fermi rimarranno in ogni caso l’Hub e l’Autorità, mentre il sistema “Trust and Check” e le regole per l’e-commerce potrebbero ancora subire modifiche.
In ogni caso, l’adozione di un nuovo codice è un passaggio pressoché obbligato, dal momento che quello attuale, pur riconosciuti i meriti nella gestione del passaggio da carta e documentazione elettronica, è abbastanza unanimemente ritenuto ormai inadeguato per rispondere alle sfide del commercio internazionale attuale.