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MC12 e futuro del commercio internazionale

WTO Ministerial Conference e futuro del commercio internazionale

BusinessLuglio 9, 2022

Dal 12 al 17 giugno 2022 si è tenuta la 12a Conferenza Ministeriale (MC12) dell’Organizzazione mondiale del commercio, nella sua sede principale di Ginevra e con un giorno di ritardo rispetto alla schedule originaria.

La MC12 è la prima Conferenza Ministeriale dell’OMC tenutasi dopo cinque anni. Considerando le tensioni geopolitiche e il clima politico mondiale, le aspettative per questo incontro erano piuttosto basse ma la posta in gioco estremamente alta.

Nel suo discorso di apertura, la direttrice generale dell’OMC, Ngozi Okonjo-Iweala, ha affermato che se i membri fossero riusciti a risolvere almeno uno dei problemi che erano stati sottoposti, la conferenza sarebbe stata un successo.

Il filo conduttore di tutti i risultati è che affrontano questioni urgenti per le persone e le imprese nel mondo di oggi, dalla pandemia all’incombente diritto alimentare, dalla salute degli tutela acque alla trasformazione digitale.

Il risultato raggiunto ha superato gran parte delle aspettative, adottando diversi documenti concernenti le tematiche più “calde” del momento.

In primis, per quanto riguarda la risposta alla pandemia, la parte più importante e controversa dei risultati chiarisce e semplifica la possibilità per i governi di limitare i diritti di brevetto per i vaccini Covid-19, per contribuire a diversificare la produzione di vaccini, la capacità produttiva al fine di rendere le forniture più resistenti e l’accesso più equo, tutto grazie ad una semplificazione delle licenze obbligatorie.

Questa decisione rappresenta una deroga temporanea rispetto alla tutela della proprietà intellettuale e salute regolata a livello internazionale dall’accordo TRIPs del WTO.

Nello specifico, i titolari dei brevetti, industrie produttrici di medicinali connessi al Covid-19, possono essere obbligati a condividere i loro brevetti ricevendo in cambio un risarcimento, e i Pvs (paesi potranno acquisire licenze obbligatorie (durata 5 anni, prorogabili), al fine di produrre internamente materiale farmaceutico necessario per la lotta contro il virus, garantendo le esportazioni così come un maggior ed equo accesso dei vaccini a livello mondiale.

Inoltre, i membri hanno concordato di esentare sia il programma alimentare mondiale sia alcune supply chains dalle restrizioni alle esportazioni. Nonostante possa sembrare una decisione degna di nota, in realtà, i Paesi stanno temporeggiando sulla decisione circa la riduzione dei sussidi agricoli, preoccupandosi maggiormente della carenza di viveri causata dalla guerra in Ucraina.

I membri si sono impegnati a non imporre dazi doganali sulle trasmissioni elettroniche per il commercio elettronico, dai film agli eBook fino ai software e ad altri prodotti digitali che continuano a circolare liberamente attraverso le frontiere.

Il mancato accordo sulla moratoria, in vigore dal 1998, sarebbe stato un doppio colpo per i servizi globali e l’economia digitale e per i milioni di posti di lavoro e di imprese che dipendono da essa in tutto il mondo, nonché per l’OMC e i suoi sforzi per aggiornare il suo regolamento, affrontando la questione della sostenibilità.

I membri dell’OMC hanno concluso con successo un accordo che ha come fulcro la protezione dell’ambiente, per la prima volta in 28 anni di storia dell’organizzazione, e che vieta i sussidi per le operazioni di pesca illegale e non regolamentata  al fine di proteggere gli oceani e limitare per la pesca di stock sovra sfruttati. L’accordo vieta i sussidi per la pesca in alto mare non gestita da organismi regionali per la pesca.

Si tratta di un risultato importante non solo per i pesci, ma anche per i milioni di persone che nel mondo dipendono dalla pesca, dal cibo e dal reddito.

Tuttavia, i più scettici sostengono che il testo adottato durante la Conferenza Ministeriale risulti essere molto meno restringente rispetto a quello previsto originariamente. Tra i più critici c’è Andrew Sharpless, CEO di Oceana, che accusa la WTO di aver perso nel tempo la credibilità, in quanto nel tempo i risultati effettivi a protezione dei mari sono stati scarsi.

Per quanto riguarda la sostenibilità, abbiamo assistito a un altro risultato significativo: il riconoscimento nel documento finale delle tre crisi planetarie del nostro tempo, il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento, il ruolo del sistema commerciale multilaterale nel tenerle sotto controllo.

È la prima volta che il cambiamento climatico e le altre global challenges vengono esplicitamente menzionate in una dichiarazione concordata a livello multilaterale in seno all’OMC. Tutti i membri sono impegnati ad affrontare in modo più proattivo e costruttivo questo tema chiave dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Il risultato più importante è la decisione dei ministri di avviare il lavoro di riforma dell’OMC, il che significa affrontare tutte le funzioni dell’OMC e, non da ultimo, le sfide e le preoccupazioni relative alla risoluzione delle controversie, compreso l’organo d’appello, in modo da avere un sistema di risoluzione delle controversie pienamente funzionante entro il 2024.

Perché questi risultati sono importanti per l’OMC?

Il primo è legato alla fiducia. All’inizio della Conferenza Ministeriale il livello di fiducia tra i membri sembrava decisamente basso e nessuno sapeva esattamente come si sarebbero svolte le derive geopolitiche durante la conferenza. I ministri sono riusciti a ritagliarsi uno spazio per la costruzione del consenso multilaterale, per quanto ridotto.

Ciò non significa che si sia voltata pagina e che anni di sfiducia tra i membri possano avere un terreno più fertile per superare il deficit e sviluppare un più forte senso di comunanza di intenti tra i membri dell’OMC, il che sarà essenziale per il compito di portare avanti l’OMC; tuttavia, vi è un maggior intento e volontà di collaborazione.

L’altra questione da evidenziare è la fiducia nel multilateralismo in un momento di crisi e di fragilità per il sistema commerciale globale, gravato da crisi e minacce che si sovrappongono e si sommano, oltre al fatto che il mancato raggiungimento dell’obiettivo avrebbe inferto un duro colpo alle prospettive di riforma dell’OMC, mettendo a rischio il futuro dell’organizzazione.

Al termine della Conferenza durata cinque giorni, va evidenziato che le aspettative fossero estremamente  molto basse, quindi i risultati sono ancora più apprezzabili.

Tuttavia, vi sono anche i più critici che sostengono la mancanza del “pugno duro” nell’assumere decisioni rilevanti per il mondo del commercio internazionale e di continuare a voler rinviare cambiamenti necessari ed urgenti, che dovrebbero rappresentare la priorità di intervento nella ristrutturazione del sistema dell’Organizzazione mondiale del commercio.

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