0
Normativa RAEE novità

RAEE: le novità per la corretta gestione dei rifiuti

AmbientaleNovembre 4, 2023

Nel mondo della circolarità sovranazionale, la sinergia operativa fra Stati ed organizzazioni internazionali risulta significativamente arricchita da una serie di provvedimenti dotati di particolare natura ausiliaria.

Questo in particolare è quanto accaduto al riciclo dei RAEE che, pur risultando ancora distante dai criteri base indicati dall’unione europea, emerge tuttavia come un’importante leva strategica diretta a ridurre i rischi di approvvigionamento di materie prime critiche.

Anzitutto, giova ribadire come con l’acronimo RAEE ci si riferisca ai c.d. Rifiuti di AEE, ossia rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (oppure in inglese Waste of electric and electronic equipment da cui il correlato acronimo WEEE), intendendo cioè c.d. rifiuti di tipo particolare consistenti in qualunque apparecchiatura elettrica od elettronica il cui stato di disuso, abuso o deterioramento induca il possessore a disfarsene.

A loro volta, i rifiuti di apparecchiature elettriche (i c.d. AEE) rappresentano macchinari progettati per funzionare a tensioni non superiori a 1000 V AC o 1500 V CC, rientranti all’interno di una macroarea ripartita al suo interno in 10 categorie.

Ora, la copiosa presenza nel loro interno di sostanze tossiche, nonché la non biodegradabilità di tali apparecchi uniti ad una radicata tendenza allo smaltimento pedestre presso discariche o termovalorizzatori, reca con sé evidenti rischi di adulterazione ambientale e correlative conseguenze pregiudizievoli per la salute umana.

Ne deriva pertanto la necessità di un trattamento dei materiali di cui sono composti mirato e differenziato, convergente poi verso la finalità di evitare uno spreco di risorse.

Proprio a tal fine il sistema della raccolta dei RAEE viene differenziato seguendo le varianti della tipologia di produzione ed impiego delle AEE; un segmento applicativo dove i trattamenti di recupero seguono il dichiarato fine di bonificare i componenti da materiali pericolosi per la salute o per l’ambiente, smaltendoli così correttamente onde da un lato procedere così al recupero di tutti i materiali riciclabili, e dall’altro smaltire correttamente i materiali non riciclabili.

La destinazione ultima di queste procedure può essere eseguita dai consumatori stessi all’interno dei centri di raccolta RAEE predisposti dai comuni, oppure, rivalutando il relativo usato, tramite il ritiro da parte dei rivenditori nelle fasi di acquisto di nuovi prodotti.

I principali riferimenti normativi aggiornati con le ultime novità del c.d. “Pacchetto economia circolare”

La disciplina in materia di gestione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) e dei rifiuti delle medesime (RAEE), entra all’interno di un contesto più generale che coinvolge la politica ambientale dell’Unione Europea; complesso multiforme di riferimenti a sua volta si articola in una pluralità di fonti tra loro interagenti.

Anzitutto, a livello europeo la gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (c.d. RAEE) è disciplinata dalla direttiva 2012/19/EU, che sostituisce le precedenti 2002/96/EU e 2003/108/EU.

Tali direttive europee in Italia inizialmente sono state recepite dal d.lgs. 151 del 25 novembre 2005, con cui è stato introdotto il sistema di gestione RAEE fondato su raccolta differenziata, trattamento, recupero e smaltimento con oneri accessori a carico di produttori e distributori.

Successivamente, de jure condito, nella disciplina relativa alla corretta gestione dei RAEE  è emersa la direttiva 2012/19/EU, recepita successivamente dall’Italia con il D.lgs. n. 49 del 14 marzo 2014 (in vigore dal 12 aprile 2014), avente come specifico oggetto il trattamento dei RAEE e disciplinante la gestione infranazionale dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Fra le novità più significative del decreto emerge anzitutto la definizione di RAEE, nel cui sottoinsieme, fra l’altro, spiccano anche i pannelli fotovoltaici; ulteriore momento d’indubbio interesse è poi l’affermazione del principio secondo cui il trattamento dei RAEE deve essere effettuato in maniera da privilegiare il riutilizzo di materie prime, esplicitando alcuni obblighi che ricadono direttamente sui produttori.

Infine, fra i principi fondamentali su cui si basano le norme relative al corretto smaltimento dei RAEE, emerge da un lato l’obbligo di ridurre l’impatto ambientale dei RAEE agendo anche in modo preventivo ed in fase di produzione, e dall’altro l’obbligo di incentivare il riutilizzo, il riciclo ed il recupero dei RAEE, utilizzando così le risorse in modo più efficace.

Ancora, ed in tempi ancora più recenti, ulteriori e significative novità sono state apportate dal d.lgs. 118/2020, che insieme ad altri decreti relativi alla gestione di diverse tipologie di rifiuti appartiene al cosiddetto “Pacchetto economia circolare”.

Il cit. decreto 118/2020, entrato in vigore il 27 settembre 2020 in attuazione della direttiva 2012/19/UE, ha emendato il d.lgs. 49/2014 ed introducendo alcune novità in particolare per quanto riguarda il trattamento di pannelli fotovoltaici dismessi ha codificato espressamente il principio secondo cui: “il finanziamento delle gestione dei RAEE derivanti da AEE di fotovoltaico è a carico dei produttori indipendentemente dalla data di immissione sul mercato di dette apparecchiature e dall’origine domestica o professionale”.

Questa significativa osmosi legislativa ha però avuto effetti applicativi soltanto in parte efficaci, persistendo in tutta la sua complessità il problema della gestione dei RAEE.

Le raccomandazioni UE per aumentare il recupero di smarthphone e dispositivi elettronici usati

Questa significativa osmosi legislativa ha però avuto effetti applicativi soltanto in parte riadattivi, persistendo in tutta la sua complessità il problema della gestione dei RAEE. Anzi, questa tendenza si è paradossalmente resa più urgente in conformità all’improvvisa tendenza in Italia ad un significativo rallentamento della raccolta dei rifiuti elettronici, dopo ben otto anni di crescita ininterrotta.

A tal fine il riciclo ed il recupero dei vecchi dispositivi elettronici è stato significativamente favorito attraverso una serie di raccomandazioni elaborate dalla Commissione europea, destinate agli Stati membri, al fine di incentivare la restituzione di rifiuti elettronici, fra cui soprattutto telefoni cellulari, tablet, computer portatili e relativi caricabatteria usati.

“Nei nostri cassetti si trovano più di 700 milioni di vecchi telefoni, quasi due per ogni abitante dell’Ue”, ha spiegato Virginijus Sinkevicius, Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca. “Spesso i cittadini trovano difficoltà nel decidere cosa farne. Possiamo rendere più chiare e più semplici le modalità di restituzione, riparazione e riciclaggio di tali prodotti”.

Con queste misure si vuole pertanto aumentare il tasso di raccolta dei dispositivi elettronici di piccole dimensioni nell’Unione, cosicché i cittadini ne possono beneficiare in vari modi, mentre l’economia circolare cresce e noi tutti preserviamo importanti materie prime”.

La tendenza derivata ha così escogitato particolari linee guida dettate dalla Commissione; esse in particolare, soprattutto alla luce della raccomandazione del 6 ottobre 2023 hanno iniziato a svilupparsi dalla presa d’atto di alcuni rilievi significativi; da un lato, infatti, si è considerato come l’effimera durata di vita dei piccoli dispositivi elettronici di consumo come i telefoni cellulari, tablet o laptot fosse intrinsecamente connaturata al loro impatto ambientale e sociale sin dalla fase di produzione.

Dall’altro lato, si è invece osservato come tutto il processo produttivo rechi con sé tutta una serie di fattori dall’alto tasso patogeno come l’estrazione di materiali, compresa la produzione di metalli e l’estrazione di materie prime critiche come i metalli del gruppo del platino, il cobalto, indio, antimonio, berillo, litio, elementi delle terre rare inclusi quelli derivanti dalle emissioni atmosferiche, a loro volta inclusivi di impatti sociali dell’estrazione di materie prime critiche, violazione dei diritti umani, lavoro minorile o sfruttamento della terra.

Ne è quindi derivata la necessità di applicare i principi di circolarità produttiva all’interno del ciclo di vita dei prodotti, estendendone la longevità al fine di arrecare vantaggi significativi in termini di efficienza delle risorse, decarbonizzazione e disinquinamento.

Ancora, il riciclaggio ed il recupero delle materie prime critiche contenute nei piccoli prodotti elettronici è risultato procedimento particolarmente importante, anche alla luce della crescente domanda globale che è stata riscontrata in tale settore.

Inoltre, ulteriori esigenze di prevenzione sono emerse dal fatto che l’Unione europea stessa fa affidamento quasi esclusivamente sulle importazioni di molte delle succitate materie prime.

E’ stata conseguentemente sottolineata la necessità di migliorare la ripresa economica sia attraverso la quantità e qualità della raccolta di piccoli dispositivi elettronici di consumo, nonché attraverso sistemi di ritiro ben funzionanti che consentano ai consumatori di restituire i dispositivi elettronici di consumo.

Incentivi finanziari a tal fine sono stati escogitati dalla commissione in sconti, buoni o premi monetari, in particolare supportati dall’esortazione agli Stati membri ad esaminare attraverso studi dedicati e progetti pilota, la fattibilità dell’implementazione di un sistema di deposito – rimborso per la piccola elettronica di consumo.

La Commissione ha quindi avuto cura di sottolineare come gli Stati membri dovrebbero incoraggiare l’istituzione e l’uso di strumenti che consentano ai consumatori di calcolare il valore del dispositivo di consumo per il riacquisto da parte degli operatori dei sistemi di ritiro. I criteri in questione, in particolare, dovrebbero essere utilizzati per calcolare il tasso di riacquisto rendendo così trasparenti tutte le condizioni concernenti sia i vecchi che i nuovi modelli.

Particolari accorgimenti poi nei riguardi logistici della raccolta differenziata. Tra i suggerimenti pensati per i Governi nazionali, si legge infatti la necessità di sostenere l’inclusione dei servizi postali e di spedizioni nelle misure che contribuiscono alla raccolta differenziata ed al ritiro di piccoli dispositivi elettronici e di consumo all’interno del loro territorio.

Per garantire la restituzione e la raccolta di piccoli dispositivi elettronici di consumo si raccomandano soprattutto le agevolazioni attraverso misure mirate in base alle quali gli operatori dei sistemi di ritiro collaborano con i servizi postali,  istituiti ad hoc come punti di deposito e raccolta di rifiuti e di oggetti usati.

In questa maniera viene così offerta ai consumatori la possibilità di inviare direttamente i dispositivi elettronici a specifici operatori o punti di raccolta istituiti nel territorio di ciascuno Stato membro, variamente autorizzati a raccogliere o trattare le apparecchiature ed i rifiuti.

Ulteriori raccomandazioni poi per lo sviluppo ed il miglioramento dei database e degli strumenti di ricerca presso i consumatori nei punti di raccolta e ritiro.

Peraltro, sempre i data base e gli strumenti di ricerca dovrebbero essere aperti a tutti i punti di ritiro ed ai riparatori in conformità al diritto dell’Unione, risultando così gratuitamente per i consumatori.

Infine, ma non da ultimo, si raccomanda agli Stati membri l’imposizione ai rispettivi produttori di adottare misure di condotta, regolari campagne di sensibilizzazione dei consumatori a livello nazionale, regionale e/o locale con l’obiettivo di aumentare la raccolta differenziata dei prodotti elettronici.

Un dedalo di campagne proiettate al miglioramento della visibilità sia del ritiro che della raccolta delle apparecchiature elettriche ed elettroniche usate e di scarto, nonché sui potenziali benefici diretti per i consumatori. In tal modo, pertanto, dovrebbe essere perseguito l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle opzioni disponibili per restituire, riutilizzare od eliminare l’elettronica di consumo, conferendo così la dovuta importanza sia alla raccolta differenziata che al recupero dei preziosi, seppur patogeni dispositivi all’interno dei multiformi ambienti e delle risorse implicate.

L’importanza di quest’ultima raccomandazione risulta così rilevante da suggerire ai governi di fissare un programma di obiettivi da raggiungere per monitorare i risultati sul riutilizzo e sulla preparazione per il riutilizzo.

In definitiva e per riprendere le parole di Virginijus Sinkeviciu: “Le raccomandazioni adottate oggi si concentrano su misure e incentivi efficaci per aumentare il tasso di raccolta dei prodotti elettronici di piccole dimensioni in tutta l’Ue, dando loro una seconda vita. Si tratta di una soluzione vantaggiosa per tutti: i cittadini ne possono beneficiare in vari modi, mentre l’economia circolare cresce e noi tutti preserviamo importanti materie prime”.

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (5 votes, average: 5,00 out of 5)
Loading...

Lascia un commento

Your email address will not be published.