L’Impatto dell’Intelligenza Artificiale nella PA
Il progresso umano che al fiorire dell’età liberale e prima ancora con l’avvento della rivoluzione industriale ha subito un’impensabile accelerazione trasfigurando l’indole strutturale della società, soprattutto a partire dall’ultimo trentennio si è impennato in un’incontrollabile accelerazione in favore della digitalizzazione; questa progressiva erosione della fisicità ha a sua volta impattato grandemente fra le oscure maglie della burocrazia.
In particolare, la tradizionale linea ricostruttiva che per decenni ha definito l’ontologia della pubblica amministrazione, aruspice la semplificazione delle procedure burocratiche e l’ottimizzazione delle risorse, soprattutto a partire dagli ultimi decenni, ha iniziato a subire un processo di progressiva metamorfosi; momenti ispiratori del processo di cambiamento in particolare l’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) che, avendo determinato fra l’altro una digitalizzazione accelerata, da un lato ha rivoluzionato le modalità di erogazione dei servizi pubblici, e dall’altro ha a sua volta rinnovato la filosofia e la natura stessa dell’azione amministrativa.
Quest’ultimo passaggio ha avuto soprattutto seguito con il riconoscimento di vesti nuove all’erogazione dei servizi pubblici ed al contempo ispirando soluzioni innovative per gestioni più efficienti alle conclamate esigenze dei cittadini. La possibilità di elaborare grandi quantità di dati oltreché effettuare analisi predittive, ha avuto l’effetto di garantire una gestione sempre più strategica e lungimirante delle risorse pubbliche; ne è derivata l’attuazione di un cambiamento epocale nelle modalità di interazione fra la PA ed i cittadini, con la finalità precipua di migliorare l’efficienza operativa e la soddisfazione degli utenti con servizi sempre più personalizzati ed intereattivi.
Innovazione e Efficienza attraverso l’IA
Come avvertito, la sua repentina partenogenesi ha letteralmente imposto l’IA che da momento negletto e marginale, è progressivamente trasmutata in elemento cardine per la trasformazione digitale della P.A.
L’IA, in altri termini, ha progressivamente iniziato a prendere il ruolo di stella polare, catalizzando gli apparati pubblici verso nuovi orizzonti di innovazione e progresso indi ispirare le linee programmatiche di un’amministrazione pubblica più efficiente, trasparente ed inclusiva. Peraltro questo processo integrativo reca con sé ulteriori problematiche legate alla sicurezza dei dati, alla privacy degli utenti nonché all’etica dell’automazione dei processi decisionali che ancora una volta devono tendere all’effettivo contemperamento fra innovazione tecnologica e diritti individuali.
Alius et idem, tuttavia, la dialettica degli interessi in gioco, seppur riadattata, permane fondamentalmente immutata; si tratta cioè di riqualificare e ribilanciare gli annosi equilibri che soprattutto a partire dall’Unità d’Italia, hanno caratterizzato il rapporto fra cittadini ed istituzioni, con il fine ultimo di consolidare il delicato equilibrio fra l’esigenza di miglioramento dei servizi e la costante esigenza di tutela dei diritti umani fondamentali. Lungo questa direzione, alcuni sistemi hanno già cominciato a prendere forma, partendo da applicazioni per ottimizzare il traffico urbano fino a traiettorie dirette a garantire una gestione più efficiente delle risorse umane, in grado di suggellare l’affermarsi del diritto pubblico soggettivo.
Gli effetti di questo processo subiscono un indubbio beneficio per via dell’ausilio dell’IA, strumento di per sé in grado di attuare un utilizzo più intelligente delle risorse esistenti. Questo perché l’integrazione dell’IA all’interno dei sistemi preesistenti della PA richiede non soltanto una copiosa dose di investimenti iniziali, un’adeguata formazione del personale, ma soprattutto un profondo e strutturale mutamento culturale che garantisca una transazione meticolosa verso sistemi automatizzati.
Nel proprio spettro applicativo l’IA possiede intrinseche prerogative atte a determinare un mutamento non soltanto nell’agire, ma soprattutto all’interno del processo decisionale delle organizzazioni pubbliche. Queste potenzialità, in particolare, con il dichiarato fine di migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione, sono a loro volta strettamente vincolate alla capacità delle istituzioni di adattarsi ai pilastri dell’educazione, dell’etica e dell’integrazione, attuando il principio dell’innovazione responsabile e contribuendo altresì alla costruzione di una PA non soltanto più efficiente, ma altresì maggiormente garantista verso i propri cittadini.
Sfide e Opportunità dell’IA nella P.A.
L’IA, come anticipato, non soltanto ha assunto la dimensione di un innovativo processo tecnologico, ma ha altresì suggellato una nuova tipologia di interazione fra cittadino ed apparato pubblico dove le richieste e le esigenze dell’utente possono essere elaborate e comprese con maggiore determinismo.
Gli effetti applicativi della sua logica hanno lo scopo precipuo di offrire un trattamento ispirato ai maggiori strumenti di democratizzazione dell’accesso all’informazione, consentendo ai cittadini di essere più informati, coinvolti e soprattutto partecipi nelle decisioni che li vedono come destinatari. In questo senso esso si rivela uno strumento capace di ricreare aliunde gli effetti di quella declamata paritarietà fra cittadino ed apparato pubblico che soprattutto negli ultimi decenni, autorevole dottrina ha posto a fondamento dell’evoluzione della scienza del diritto pubblico.
Questa tendenza risulta del resto sempre più evidente dal fatto che le piattaforme di e governance ai sistemi che analizzano e sintetizzano i feedback dei cittadini, l’IA sta realmente dilatando oltremisura il potenziale campo di azione della partecipazione pubblica.
La plurilocazione funzionale cui dà luogo l’IA, unitamente alla sua capacità di gestire e processare rapidamente grandi volumi di dati, sta lentamente ma inesorabilmente smussando le statiche barriere della burocrazia tradizionale.
Veicoli di questo processo soprattutto la semplificazione e l’automazione con cui la PA può ridurre in maniera significativa i tempi d’attesa, contribuendo a rendere l’intero sistema più reattivo e nel contempo alleggerendo l’apporto da parte dei cittadini.
D’altro canto i sistemi di IA, proprio per la l’intrinseca capacità di personalizzare i servizi in base alle esigenze individuali, offrono altresì un notevole potenziale nell’ottimizzazione dei servizi pubblici, contribuendo ad esempio al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici.
Mediante il ricorso agli algoritmi di apprendimento automatico, la pubblica amministrazione può analizzare i dati degli utenti al fine di offrire servizi su misura. Un caso emblematico può considerarsi il campo sanitario dove l’IA tramite l’analisi dei dati dei pazienti può portare verso di cura personalizzati, migliorando così le terapie e soprattutto garantendo un significativo abbattimento dei costi per la spesa pubblica sanitaria senza pregiudicare la qualità dei servizi di cura.
Infine l’IA può contribuire a rendere i servizi pubblici più accessibili, da un lato agevolando la posizione delle persone affette da disabilità o relegate in aree remote e dall’altro, rendendo le informazioni più accessibili ad una fascia di popolazione più ampia e diversificata.
All’interno di un’epoca caratterizzata da una crescente domanda di trasparenza e responsabilità nella gestione pubblica, si conferma pertanto l’acquisito ruolo dell’IA come nuova strategia organizzativa attuativa del principio base regolativo della funzione amministrativa; l’agire amministrativo naturalmente ispirato verso la codeterminazione del cittadino visto a sua volta come amministratore.